Introduzione

Al giorno d’oggi l’efficacia del Reiki è conosciuta e apprezzata anche dalla medicina occidentale, in Italia il Reiki viene applicato soprattutto ai pazienti con problemi oncologici. Fra i centri che hanno inserito il Reiki vi è il Centro di Medicina Psicosmatica dell’Ospedale S.Carlo Borromeo di Milano, l’Ospedale Versilia dell’Azienda Sanitaria della Regione Toscana e il Policlinico di Roma.

Vi è da segnalare inoltre la significativa esperienza del Centro Oncologico Ematologico Subalpino dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista di Torino Ospedale delle Molinette. Qui dal 2003 un progetto pilota sta svolgendo un’indagine, in collaborazione con il personale medico, sull’efficienza dei trattamenti Reiki nell’accompagnare dei malati oncologici nel corso delle diverse fasi della malattia. Il paziente è seguito da un’equipe composta di differenti figure professionali: un medico, uno psicologo, il personale infermieristico, gli operatori Reiki. Il progetto sta incontrando un vasto consenso fra i pazienti al punto tale che dal 2005 i trattamenti di Reiki sono inseriti nella Guida ai servizi aziendali e territoriali COES e sul sito ufficiale dell’Ospedale Molinette di Torino. Qui di seguito uno stralcio dall’articolo, che parla dei risultati raggiunti al termine della prima fase di sperimentazione, visto il successo il progetto è stato rinnovato. Ecco uno stralcio dell’articolo apparso il 2 febbraio 2007 nella cronaca di Torino nel quotidiano La Repubblica:”…Dall’esperienza di altri paesi nel mondo, il Reiki è arrivato negli ospedali anche in Italia ed è stato sperimentato tra i pazienti oncologici in un primo studio pilota effettuato al Coes, il centro oncologico delle Molinette. Il risultato è a dir poco sorprendente il 98% delle persone trattate con il Reiki ha dichiarato di averne tratto un beneficio psicofisico. La sensazione descritta è di un sensibile calo dell’ansia soppiantata da un effetto di rilassamento generale, accompagnato da una piacevole sensazione di calore e da un notevole miglioramento dell’umore, della qualità del sonno. In una piccola percentuale i pazienti hanno dichiarato di aver avvertito anche una notevole riduzione del dolore….”. Nella stessa data anche il quotidiano La Stampa ne ha parlato. Quest’ultima riporta un articolo dove asserisce che: “Lo studio effettuato sull’efficacia del Reiki in integrazione alle terapie dei pazienti con neoplasie avanzate rivela che i 94 trattamenti eseguiti hanno portato beneficio nel 98% dei casi. Il benessere è prodotto da un effetto di rilassamento, accompagnato da una piacevole sensazione di calore e da un notevole miglioramento dell’umore: lo stato emotivo di tranquillità si protrae anche per alcuni giorni dopo il trattamento. Alcuni pazienti hanno riferito di aver notato un miglioramento della qualità del sonno.”

Nel Reparto di Oncologia dell’ospedale Cardinal Massaja di Asti è stata avviata nel 2008 una ricerca scientifica approvata dal Comitato etico di Alessandria sulla valenza dei trattamenti reiki per gli ammalati sottoposti a chemio o radioterapia. Da segnalare che il reparto, diretto dal primario Dr.Franco Testore, ha ottenuto l’accreditamento all’eccellenza ed è stato segnalato tra i 5 migliori del paese per l’umanizzazione delle cure.

Il Reiki

Il Reiki è un’antichissima tecnica di riequilibrio energetico riscoperta ed elaborata dallo studioso giapponese Mikao Usui intorno al 1920. Permette di attingere all’energia universale per riequilibrare quella soggettiva, sciogliendo gli eventuali blocchi, colmando le carenze, disperdendo gli eccessi.

Si fonda sull’assunto che ogni essere umano ha in sé un’energia individuale, chiamata in giapponese Ki, che scorre in una fitta rete di canali (i meridiani) e irrora tutti gli organi. Per il proprio benessere detta energia deve trovare una propria connessione con l’Energia dell’Universo, Rei in giapponese; il benessere più completo si raggiunge quando si crea una condizione di bilanciamento fra l’energia universale e quella individuale. La tecnica procura in chi la riceve uno stato di rilassamento profondo perché scioglie i blocchi energetici talvolta già dopo 10-15 minuti dall’inizio della seduta; la persona avverte un senso di abbandono e spesso si assopisce.

”Il Reiki affianca le terapie convenzionali in numerosi centri ospedalieri di tutto il mondo. Trattandosi di una tecnica dolce di distensione e analgesica e presentando il vantaggio di essere a basso costo facilmente riproducibile ed alla portata di tutti, si presta molto bene come trattamento di supporto ed integrativo nella terapia del dolore del malato cronico, e nel malato oncologico si è dimostrato utile come trattamento palliativo anche durante i cicli di radioterapia e chemioterapia nel controllo dei sintomi collaterali dispnea, nausea, vomito, dolori addominali”.  (dott.ssa E. Cofrancesco. Rizza Scienze gennaio 2002 pag. 46)

Obiettivo del progetto:

Valorizzare il tempo dei malati in hospice offrendo loro delle sedute della tecnica Reiki ai fini di ottenere un beneficio in termini di rilassatezza e benessere generale.

Come si svolge?

Fase. La tecnica verrà applicata inizialmente agli operatori che si renderanno disponibili ad una seduta con il proposito di valutare in prima persona gli effetti della tecnica;

  1. Fase. Gli operatori proporranno la tecnica ai malati cui, su valutazione dell’équipe, si ritenga possano beneficiare di una o più sedute;
  2. Fase. Valutazione in équipe sui benefici ottenuti dai malati.

Fattibilità

Il progetto si svolge con la collaborazione di due volontari dell’Istituto Oncologico Mantovano (rispettivamente con qualifica di Reiki master e  3°livello Reiki – metodo Mikao Usui) che offrono in modo volontario la loro opera durante i pomeriggi dal lunedì al venerdì e sabato mattina.

Trattasi quindi di attività esclusivamente di volontariato che viene liberamente proposta ai pazienti da parte degli operatori dell’Hospice, che inizialmente avranno sperimentato personalmente la tecnica. Chiunque vorrà quindi accettare la proposta potrà beneficiare di uno o più trattamenti ciascuno della durata di 30-40 minuti. Detta durata è puramente indicativa e dipende molto dalle condizioni del paziente. Chi interessato, potrà quindi beneficiare di  un ciclo di alcuni trattamenti (es., 3-4) a cadenza settimanale.

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